Me lo hanno chiesto in diversi: cosa fa o psicologo con i ragazzi?
Mi è stato chiesto da genitori curiosi, studenti timorosi e professori interessati (o scettici).
Non è facile dare una risposta a questo quesito, ma ci proverò comunque. In molti casi riporto le esperienze di persone che parlano con me, ma questa volta vi parlo di me stesso, per evidenziare questa mia prospettiva.
Avevo circa 13 anni, ai tempi vivevo con i miei in un palazzo in Piazza Dalmazia nel quartiere di Rifredi. Quel giugno mia madre tornò a casa verso l’ora di pranzo, io stavo guardano “Il pranzo è servito”. Aveva il volto stravolto da un pianto prolungato che sembra aver prosciugato ogni sua risorsa. Era una bella giornata di un lontano giugno di fine anni ’80.
Mia madre aveva comunicato alla professoressa che coordinava la mia classe che io avrei avuto piacere a proseguire gli studi iscrivendomi alle scuole superiori (che ai tempi non erano obbligatorie). La risposta fu dolorosamente secca: “al massimo lo iscriverei ad un professionale, suo figlio non è questa gran cima”.
Mia madre in quel momento si mise a piangere e non la smetteva più. Neanche le parole un po’ empatiche di una professoressa meno stronza erano state capace di spegnere i suoi dotti lacrimali.
Fortunatamente nel mio percorso scolastico (poi proceduto senza problemi) non ho mai più incontrato professori tanto insensibili, anzi … terrei a sottolineare che il nostro corpo docenti è in massima parte composto da persone competenti ed umane.
Questa premessa era necessaria per capire cosa fa uno psicologo quando si relaziona con gli adolescenti.
La scuola è fatta di adulti. Adulti con una loro prospettiva e con dei loro parametri. Il metro con cui misuriamo i ragazzi è quello legato al comportamento ed alle performance scolastiche. Lo studente è quindi valutato basandoci su una serie di criteri. Se questi criteri sono nella norma va tutto bene! (Sei OK!) In caso contrario non sei per niente OK!
Sono lungi da dire che i parametri usati dalla scuola sono errati! Non sono affatto sbagliati! Semplicemente non sono sufficienti.
Il mondo dei nostri ragazzi è complesso e prende in considerazione una serie di elementi che purtroppo non sono valutabili con gli strumenti classici che mette a disposizione la scuola. Mi sto riferendo a tutti quei fattori che compongono l’altra faccia dell’essere umano: I sentimenti, le emozioni, i traumi, i vissuti, la storia ecc.
Quei vissuti che la coordinatrice della mia classe non aveva minimamente visto nel piccolo me stesso. Il risultato era che ai suoi occhi uno studente non idoneo. Il fatto che fossi terrorizzato da lei, che le rispondessi male appena potevo, che avessi un probabile DSA (ai tempi non se ne parlava!) erano elementi del tutto sacrificabili sull’altare del “voto sul registro”.
Cosa fa quindi lo psicologo?
Accoglie quella parte che sfugge alle maglie larghe del “visibile”, del “misurabile” e dell’evidente.
Accoglie e convalida quel giardino segreto che ogni studente (in realtà anche ogni adulto) possiede.
Accompagna lo studente nell’esplorazione del giardino, spesso imperscrutabile anche per lui.
Non giudica ciò che vede nel giardino assieme. Si propone come accompagnatore “in punta di piedi” in questo prezioso spazio nascosto. Rispettoso e non giudicante rispetto a ciò che vede.
Per concludere, aiuta il giovane utente a dare un senso a ciò che trova nel giardino segreto. Lo fa prima che le paure, i giudizi o determinati vissuti intervengano nel dare un senso sballato, a volte più in linea con le altrui aspettative rispetto ai propri bisogni autentici.
Infine …
A volte la vita offre delle soddisfazioni inaspettate. La mia è stata quando, pochi anni or sono, ho incontrato ad una rievocazione storica la professoressa coordinatrice della mia vecchia classe. Con gentilezza e sguardo fermo le espressi che la mia salvezza era stata quella di non aver seguito il suo maldestro suggerimento. La lasciavo poi con il dubbio scomodo di quante persone (fiduciose nelle sue preziose perle di saggezza) adesso avrebbero potuto fare qualcosa di lontano dai loro sogni o le loro attitudini.